lunedì, ottobre 02, 2006

Il diritto a morire è di chi cadeva da piccolo

C'era una volta un munifico benefattore, che regalò a un uomo un'auto. Dopo qualche decennio, per cause accidentali, la macchina si ruppe irreparabilmente e divenne inutilizzabile. L'uomo dovette, seppur a malincuore, rottamarla e liberarsene.

La domanda è: il benefattore dovrebbe opporsi al fatto che l'auto che ha regalato venga rottamata?
Chiaramente no, sarebbe la risposta: chi riceve in dono qualcosa ne diventa il possessore.

Per i cristiani evidentemente no.

La vita è un dono diddio, e pertanto non appartiene all'uomo. Se dio vuole che questo suo "dono" si riduca a una prigione, sia fatta la sua volontà. Che dire, se il cristianesimo fosse nato prima avrebbe condannato l'invenzione blasfema della ruota e del fuoco.
Fortunatamente non c'era, e ora abbiamo ruote a volontà. Ma per quanto riguarda il rispetto della vita umana, ancora non ci siamo.

Poco tempo fa mi sono trovato a perdere un aereo: ho aspettato in un piccolo aeroporto per 24 ore. Una giornata si allunga a dismisura quando puoi solo star seduto a guardare le lancette dell'orologio e la gente che, a differenza tua, non deve aspettare e sta per imbarcarsi.
Ecco, sono state per me 24 ore traumatiche. Immaginatevi dunque questa condizione, aspettare guardando le lancette, protratta per il resto di una vita umana. Non prigioniero di un piccolo aeroporto di provincia, ma del proprio stesso corpo. Odiare quella prigione a tal punto da disprezzare la propria vita, che ormai non può più assumere alcun connotato positivo.
Il diritto alla morte è legato al diritto alla vita così come un'ombra è legata a un corpo.
Eppure qualcuno, in abito ingioiellato, non lo permette. "Difendere la vita", dicono. Ciò che è difeso è solo un'antica concezione delle cose che non deve trovare spazio in una società evoluta.
I cristiani non ritengono che una persona sia responsabile della propria vita, la deresponsabilizzazione è uno dei tratti più salienti di questa religione: la persona debole sente il bisogno di sentirsi subordinato a qualcuno di importante che sa quello che fa. E per convincersi che questa concezione corrisponde a realtà, rinuncia di propria volontà a una serie di diritti elementari, quale appunto il diritto di gestire la propria vita e, all'occorrenza, di terminarla.
Non solo: inibisce lo stesso diritto a chi è libero da questi complessi.
Perchè io, se per una qualsiasi causa, diventassi un soprammobile paralizzato dai capelli in giù, non potrei decidere di morire dignitosamente? La risposta "perchè i cristiani non vogliono" è poco soddisfacente per uno che ha perso tutto, che sa di aver sparato l'ultima cartuccia e non vuole finire come una pianta da salotto.
E tutto questo perchè? "Perchè la vita è un dono diddio". Buffonate: se davvero fosse così, allora diventerebbe molto presto mia per usucapione. Già, perchè non è stato un omino invisibile a modellarla. IO ho imparato a camminare, IO ho imparato a parlare, IO ho imparato a scrivere, IO mi sono subito le prese in giro delle elementari, IO ho plasmato la mia personalità scegliendo interessi, priorità e convinzioni, IO ho conquistato le mie glorie e ho subito le mie disfatte. Io, non dio. E quindi IO devo poter decidere quando questa vita che ho coltivato e innaffiato per anni deve finire.
Grazie, benefattore, della macchina. Ma ora non può più muoversi e non posso ripararla, quindi non puoi impedirmi di liberarmene perchè mi occupa spazio in garage.

9 commenti:

Zer0 ha detto...

Pollice alzato

Davide ha detto...

Complimenti al Messia! Condivido pienamente. Vorrei inoltre precisare che all'interminabile attesa si deve aggiungere, nella maggior parte dei casi, una serie di dolori atroci, che vengono quindi inflitti per "carità cristiana" impedendo al mal capitato di operare una scelta diversa.

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

spesso si sa con certezza che l'auto non è riutilizzabile. Per esempio, oso teorizzare che da una distrofia muscolare non si possa tornare indietro.

o quando sei paralizzato completamente e hai 95 anni, dubito che ci sia spazio al dubbio.

Forse è vero che la gente sarebbe pericolosa senza il concetto di dio.
Ma fortunatamente non tutti. E sicuramente se c'è un posto che ha bisogno di persone che hanno superato il concetto di dio, è a governare chi ancora non l'ha fatto. Non il contrario

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

per governare le pecore è più indicato un essere umano.

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

nessuno ha detto che l'etica cristiana sia L'etica.

qualcuno si è chiesto quale sarebbe stata la conseguenza a lungo termine di condannare i contraccettivi? Direi di no, tanto che neanche ora con l'aids sono disposti a cambiare idea.

per quanto riguarda il lungo termine, concedere ai malati terminali che soffrono la morte non porta conseguenze, visto che si tratta di anticipare di qualche settimana ciò che si sa che succederà.

Non esiste solo "concedere" o "non concedere" qualcosa come la ricerca sulle staminali o l'eutanasia. Oso affermare che esiste una via di mezzo chiamata "regolamentare".
Sicuramente non è un teologo la persona più adatta a prevedere conseguenze a lungo termine.

Capisco che l'intelligenza non sia adatta a governare (perchè in democrazia è controproducente per i voti), ma non hanno ancora trovato qualcosa che funzioni meglio del buon senso per far funzionare le cose. Qualcuno dice che un libro può farlo, allora piuttosto prenderei 1984 o i Dubliners come libro sacro...

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

assolutamente no. la gente è naturalmente portata a perseguire il benessere individuale, ma qualcuno con molto buon senso e una discreta dose di intelligenza un giorno stabilì (ed era l'unico al mondo a crederlo, quando elaborò le sue teorie) che "l'utilità totale di due o più soggetti che collidono è superiore alla somme delle utilità individuali di soggetti che non collidono". Ergo, il 90% della gente vorrebbe una cosa, ma il 10% dimostra che è meglio fare diversamente: storicamente, si è destinati a fare come dice il 10%, chi prima chi dopo. E' quello che si dice progresso, muoversi verso nuove vedute che prima non erano contemplate. E non è mai venuto dalla massa. E tra l'altro è spesso coinciso con il contrario di quanto l'etica religiosa diceva.

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

un soldato in guerra combatte perchè viene costretto, se diserta e lo prendono lo ammazzano. Un operaio lavora per portarsi a casa uno stipendio, non per la società.

Ti faccio un esempio banale: Galileo. Erano in pochi a credere in certe teorie (ok non era l'unico), sapevano di aver ragione, sono andati contro i dettami della religione e ora si sa che avevano ragione.

O più recentemente l'introduzione dei contraccettivi, l'aborto, il divorzio... la "felicità collettiva" derivata dalla religione è una pia illusione che può essere sostituita con qualsiasi cosa!

E' molto più facile far seguire alla gente una causa che fargliela capire.

la storia semplicemente dice che qualche secolo fa la religione controllava pressochè ogni aspetto della vita quotidiana: nel 1500 si poteva fare lo stesso discorso, tutti seguono la religione e allora non cambiamo mai le regole. Invece la società si è evoluta, e per ogni progresso c'è stato una controparte che lo vuole impedire, perchè andava contro i suoi interessi. Ed è una cosa che si ripete puntualmente.

SASSI (Società Anonima Sperimentazione Su Idioti) ha detto...

l'illuminismo non è riferito all'invenzione tecnica della lampadina, per esempio.

proprio perchè la società si basa sul bene comune anzichè su quello individuale è doveroso pensare che se dimostri che un'innovazione può creare benefici, non ci sia qualcuno che te la impedisce solo perchè stona con la sua morale soggettiva.

Firewoman ha detto...

scrivo molto dopo l'uscita di questo post, quindi non so se paloma potrà leggere questo mio commento che vuole mettere i puntini sulle i di una sua frase, e cioè :"se per giustizia intendiamo la felicità dei più, si può anche azzardare che sia giusta (riferito alla religione)..."

Ti posso dire per esperienza personale che difficilmente i bigot..oppss volevo dire i Veri Credenti, dicevo difficilmente i Sinceri Fedeli sono anche felici. Ne ho conosciuti tantissimi e so quel che dico: frustrati, maligni, invidiosi, sempre pronti a veder male ovunque, a riempir le loro giornate di cattivi pensieri verso chi non la pensava uguale, nervosi perchè non avevano potuto trombare serenamente con la moglie visto che era il periodo a rischio, orgogliosissimi quando si offrivano a tenere il banco di beneficienza neanche fosse chissà che, poi però di fare qualcosa di più utile tipo la raccolta differenziata dei rifiuti non se ne parla...

Ne ho conosciuto uno solo che della Fede non si riempiva solo la bocca ma anche il cuore, che davvero faceva opere di bene, che davvero la sera era sereno dentro l'anima. UNO SOLO. Tutti gli altri erano persone da evitare, incattivite da quel Dio tanto buono che impediva loro di essere... umani.