venerdì, dicembre 29, 2006

Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli indossava, 24poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.

Ah beh, sono sicuro che almeno un po' d'acqua per attutire l'impatto avrebbe fatto comodo.

25Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a portare in Egitto. 26Allora Giuda disse ai fratelli: "Che guadagno c'è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue? 27Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne".

No no scusate.... il discorso in pratica è "facciamo in modo di non essere noi a dargli il colpo di grazia, così potremo dire di non aver ucciso nessuno". Discorsi di sangue e fratelli, quando stai per vendere una persona come schiavo!

I suoi fratelli lo ascoltarono.
28Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto. 29Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più. Allora si stracciò le vesti, 30tornò dai suoi fratelli e disse: "Il ragazzo non c'è più, dove andrò io?"

"Minimo 2 settimane alle Seichelles, con la tua parte di ricavato!!" rispose il simpatico Giuda, nome da sempre associato a personaggi ispirati.

31Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole: "L'abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio". 33Egli la riconobbe e disse: "È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l'ha divorato.

Poi annusò il sangue"Oh! è sangue di agnello! deve aver combattuto con la bestia! E' terribile, sbranato da un agnello!" Dopotutto si sa, non era tra i più svegli.

domenica, dicembre 24, 2006

Special di natale

ggi si sa, è il mio compleanno. E dopo un raccoglimento spirituale di circa una settimana, siamo pronti per il sermone speciale di Natale.

Era mia intenzione premiare tutti i miei fedeli rivelando loro il significato della vita. Purtroppo non è cosa semplice. Per farlo dovrei servirmi di qualche citazione dagli scritti di gente che c’era andata vicina, a capirlo.... ma sfogliando rapidamente i titoli che compongono l’indice dei libri proibiti, creato nel 16° secolo, continuamente aggiornato e ovviamente mai rinnegato, ci si rende conto che purtroppo la scelta è poco ampia. Per non dispiacere dio, non posso incollare frasi dalla "Critica della ragion pura", non posso citare Sartre, Nietzsche, Bergson, Spinoza. Vediamo che libri mi rimangono, che libri non sono messi all’indice.... qualche libro religioso, e il Mein Kampf. Oibò.

Dunque il mio tentativo di spiegare l’essenza dell’esistenza deve essere abortito. Pazientate, aspettate epoche più civilizzate.

Ma torniamo all’argomento del natale! Il Messia è reduce da un banchetto pantagruelico e non potrebbe essere più contento. Il Messia è contento anche perchè, secondariamente, in giro si dice a tutti di essere più buoni. Eh beh, chiaramente. E’ un giorno in cui tutti seguiamo più attentamente gli insegnamenti pacifici di gesù cristo, che con la sua venuta si proponeva di completare (=superare) gli insegnamenti del vecchio testamento. In effetti ce n’era bisogno, quel libro insegnava, predicava belle cose quali la legge del taglione, il genocidio (anzi lo esortava), la schiavitù, la guerra santa...

Ma meno male che è arrivato gesù e ha illuminato tutto. Ora dio è diventato buono, ha smesso l’elmetto da soldato e ha finito di chiedere la distruzione o la schiavizzazione di interi popoli. Dunque manda suo figlio. Che però pare abbia preso un pochino dal padre quando agita la frusta in un tempio, lancia sette maledizioni, inveisce contro tutte le città a nord di un certo punto, e conia la celebre espressione chi non è con me è contro di me (L 11,23). Per finire, dice di essere venuto non per la pace, ma per la spada (M 10,34).

Massì, sono piccolezze. Solo interpretando male le sacre scritture si può dedurre che il genocidio è incoraggiato. E infatti è probabile che in Ruanda non sapessero leggere granchè bene i preti che a partire dal 1994 hanno aiutato gli Hutu a sterminare i Tutsi, anche materialmente (fornitura di machete, discriminazione razziale per l’entrata in conventi e seminari, chiese usate per bruciare vivi i tutsi in massa...). Ma per fortuna è intervenuta la chiesa di Roma, lì almeno sapranno leggere.... o no? La Santa Romana Chiesa si prodiga per far scappare i sacerdoti con la mani intrise di sangue, su cui ora pendono condanne tutt’altro che piacevoli. Li fa scappare tramine la Caritas Internationalis, dando loro nuove identità e assegnandoli in parrocchiette di provincia in Francia, Italia, Belgio.... Ma papa Giovanni Paolo II non ci sta! Nel 1998 finalmente scrive alle autorità del Ruanda. Scrive cosa? Deplora? Chiede scusa? Sarebbe bello, neh? Niente di tutto questo: scrive per chiedere di sospendere la pena di morte per gli hutu colpevoli di genocidio. Ah, che grand uomo! Santo subito!

Dunque, per chiudere, un invito a non pensare ai "valori" del natale: state pure in famiglia, mangiate come se non ci fosse un domani che tanto è tutta roba buona, ma per favore, lasciate perdere il bambino: ha già combinato abbastanza guai, non mettetevici anche voi!

venerdì, dicembre 22, 2006

Il cammino della fede: parte 1°: GLI ALBORI E LA CONFESSIONE

Un giorno mentre mi trovavo in quel di Milano bussa alla porta un individuo. E' un prete, in giro per gli auguri natalizi tra gli appartamenti studenteschi. Con rapida mossa consegna a me e ai coinquilini un foglio, pieno di preghiere per il SS. Natale.
Come sempre rispetto le credenze altrui, e quando inizia la litania a cui i miei coinquilini fanno eco io rimango in pacato silenzio e aspetto che abbiano finito.
Ciò non basta al suddetto prete, che infastidito vuole sapere il motivo del mio rifiuto a ripetere le frasi della preghiera (riassumibile in signoretipregopacenelmondofelicitàammmmmoresperanza).
"Santità," rispondo "io non sono cristiano, penso che sia un motivo plausbile..."
"Ma sei italiano?"
"l'ultima volta che ho guardato la carta d'identità sì, ma è da molto che non controllo"
"Ma se sei italiano dovrai aver pur frequentato la tua parrocchia, o cose del genere"
"Beh all'incirca una quindicina d'anni fa, sì. Più o meno all'epoca in cui credevo in babbo natale, nella politica e nella meritocrazia. Poi sono diventato capace di intendere e di volere, e l'unico essere credente e praticante di cui concepisco l'esistenza è diventato l'avvocato, pur ammettendo l'esistenza di tutto l'universo, con l'eccezione forse di qualche cantone svizzero."
"Ah" (visibilmente irritato) "Quindi non hai mai intrapreso un cammino di fede. Forse è stato questo il problema"
Al che abbandono il tono, sarcastico ma cortese, tenuto fino a quel momento, per lanciarmi in un'arringa che pur non essendo sotto sale riguardava l'ultima sua frase:
"Lei mi sta dicendo che ho un problema?"
"No beh non in senso stretto, però..."
"Per me lei ne ha uno, e anche in senso stretto. Se vuole le racconto il mio cammino di fede, vuole?"
"No guarda, ho altre case da benedire e non ho molto tempo! Ma se vuoi approfondire l'argomento sai dove ci troviamo, no?"
"Approfondire l'argomento da voi sarebbe come andare da Fidel Castro e chiedergli come vanno le cose da lui, abbia pazienza, eminenza! Buona giornata"


Ammetto che la cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca. ero pronto a descrivere tutto il mio cammino di fede, che inizia pressapoco a 3-4 anni, epoca dell'entrata in un asilo gestito da suore.

Lì il giovane virgulto viene istruito sui sacri fondamenti del cristianesimo, cioè ripetere frasi di cui ignori il significato. Capitava che quindi a 4 anni dovessi recitare l'avemaria, e avessi ancora una certa ignoranza in fatto di ghiandola mammaria, -poi colmata col tempo- tale per cui la frase "benedetto il frutto del seno" mi facesse pensare a un gambo di sedano, visto che non avevo idea di cosa fosse il seno. Allo stesso modo, durante il padrenostro, alla frase "dacci oggi il nostro pane quotidiano" subito la mente balzava alle ore 15, orario in cui nell'asilo veniva distribuita una pagnotta per ogni bambino, da consumare in silenzio seduti in cerchio in atrio. Ecco, il riferimento al pane quotidiano (quotidiano non sapevo che volesse dire, avevo concluso che era un modo per dire pane bianco un po' duro) doveva per forza rimandare a quel momento, pensavo.
Poi la preghiera prima di mangiare. All'epoca avevo un rapporto incredibile con la cuoca dell'asilo, sarà perchè ero il principale fruitore del suo lavoro. Quindi le preghiere credevo fossero rivolte a lei. "Grazie signore del cibo che ci hai dato" "Ma no! l'ha fatto la Stefania! ma quand'è che posso cominciare?"

A 6 anni arriva il primo traguardo: il catechismo! Fiero di aver lasciato l'asilo per le elementari, mi trovo ricatapultato in un'aula di asilo gentilmente concessa alla parrocchia, dove una maestrina inizia a dare le prime nozioni di bibbia e vangelo. Non ho molti ricordi di quel periodo, tranne il fatto che quando la maestra si interrompeva e voleva una risposta, quasi sempre questa era "Gesù". E se rispondevi per primo potevi scegliere il giocattolo dell'intervallo. Ero quindi un fenomeno a dormire metà del tempo, scorgere una pausa nel discorso e urlare "Gesù!!", a volte con risultati poco felici.
Arriva la prima cerimonia: LA PRIMA CONFESSIONE!!

Ora, la prima confessione arriva quando ormai l'effetto novità è svanito e già non sai perchè devi dedicare un pomeriggio del tuo tempo al catechismo. Ma devi frequentare, se no niente cerimonia. In questo ammetto una certa somiglianza con i più recenti ricordi dei corsi universitari.
Ma non importa. Ogni sacrificio è ben accetto se serve per la grandiosa prima confessione. Il giorno prima ti insegnano di cosa si tratta. Puoi scegliere due stanze, il confessionale con la griglia di legno e la stanzina dove sei a tu per tu col prete. Ora, non so se ci sia mai stato qualcuno che abbia scelto la stanzina.
Scegli il confessionale, sei euforico. Entri dentro, sei solo tu, il prete e dio. Il tuo sogno si realizza, puoi dire al prete i tuoi segreti. Ok, diciamo che non era il mio, di sogno, anche se secondo le loro parole avrebbe dovuto esserlo. E mica potevo dirlo al prete che quel quadro in casa mia l'avevo rotto io! Se poi veniva a dirlo a papà? E non posso andare a dire che non faccio i compiti per casa! Vabbè diciamo due-tre cazzatine e via. Cosa si dice a un prete? Urgeva uno stock di peccati da confessare ciclicamente.
"non sono venuto in chiesa per 2 settimane!" (sarebbe simpatico tornare ora e aggiornare il conteggio), oppure "ho dimenticato di dire le preghiere prima di andare a dormire..." (eddio bono, ho sonno!!). Ricordo che una volta ero andato a messa il sabato, e poi per accompagnare la nonna anche di domenica. Di domenica, conscio di essere stato liberato dai peccati il giorno prima, e di aver solo dormito nel frattempo, entro in confessionale e alla domanda "cos'hai fatto?" rispondo contentissimo "NIENTE!!". Uh, un atto di superbia, vergogna.
Ma tornando alla primissima confessione... devo recitare l'atto di dolore per venire assolto. Orpo! E che è l'atto di dolore? Non ero presente a quella lezione evidentemente. In un'esplosione di umorismo infantile, irrompo nella mia personalissima versione dell'atto di dolore, della cui esistenza sono appena stato informato:

"Ahiaaa!!"

Purtroppo ero troppo piccolo per apprezzare una gag che se fosse fatta adesso mi renderebbe fiero di me, oltre a farmi ridere per una settimana. Anche il prete era evidentemente troppo piccolo per apprezzarla, sebbene non dal punto di vista dell'età o della statura.
In seguito imparo l'atto di dolore. Una parte è stupenda, "propongo di non offenderti più". E' geniale! Il non plus ultra dell'ipocrisia umana! Ogni volta proponi di non sgarrare più, e se entri in confessionale dicendo "non ho fatto niente" ti rimproverano pure! Insomma, proponi sapendo già che non si può mantenere.


Ma dietro l'angolo incombeva la famigerata comunione!! (fine prima parte)

mercoledì, dicembre 20, 2006

Occhebbelo, ènnatale. Siccome tutto è relativo, lo guardo da un altro punto di vista:

Quello che noi chiamiamo natività il cappone lo chiama armageddon.

Infatti "a natale siamo tutti più buoni" era un detto molto in voga tra i capponi, consci del loro gusto. Tra i maiali si dice "a S.Stefano siamo tutti più buoni, in particolare le nostre zampe con le lenticchie".
E ovviamente c’è il detto, sempre dei capponi "a capodanno ormai siamo da buttare".


Ma alla fine, perchè una persona dovrebbe essere di umore migliore proprio per il 25 dicembre?

- si avvicina il momento dell’arrivo delle tasse.

- se sei lo sfortunato prescelto della famiglia devi preparare da mangiare per un esercito

- il sole tramonta in pratica a mezzogiorno, i metereopatici avranno i maroni che girano tipo il motore radiale dello Spirit of St.Louis.

- Non ci sono partite. Pausa del campionato, Astinenza, tanta astinenza. Interisti inferociti per le strade con la bava alla bocca che vogliono altro sangue e altre vittime.

- Per fare i regali, se non hai uno stipendio fisso, devi spendere i soldi che ti arrivano proprio a natale.

- Accendi la tv e ci sono 4 film con protagonisti un bambino e babbo natale, oltre a gente brutta che fa il folletto.

- Metti sul tg e il papa difende il valore cristiano della festa. In un talk show vedi uno che credendo di sembrare coltissimo dice "ma lo sapete che babbo natale è della coca cola?".

- Ti devi svegliare prima. Ennatale e quindi non ci si può svegliare a mezzogiorno come ogni giornata la cui serata precedente è stata spesa fuori (deduco che comunque lo farò. E anzi alla mezzanotte starò felicemente mangiando un infedele panino con kebab)

- Gli auguri. I tuoi amici sanno che se ti dicono buon natale ti metti a ridere. I parenti, tra cui nonni e cattolicissime zie zitelle, no. Loro non immaginano lontanamente che hai mandato una lettera al papa chiedendo la scomunica.

- I regali che ricevi. Se è quello che vuoi, l’hai chiesto direttamente e sai già cos’è. Se non sai cos’è, non immagini neanche di averne bisogno perchè, in ultima analisi, non ne hai bisogno.

- Per i più giovani, le buste con le mance. Fosse per te strapperesti la carta, prenderesti i soldi, li metteresti in tasca e fine, busta e bigliettino nel contenitore della carta, perchè noi ricicliamo. No. Devi sembrare poco veniale, guardare prima il bigliettino. Dice "auguri". Non l’avresti mai detto. Ecco, adesso puoi intascare.

- Il panettone. Industriale con i canditi che ti dicono "vomita, lo so che lo vuoi!". Se ti trovi a Milano dove lo fanno bene, trovi chi ha portato il pandoro. E a verona trovi il panforte.

- Il mandorlato. L’equivalente per i dentisti della stagione sciistica per un osteopata, o il paese dei balocchi per un bambino.

- L’ipocrisia. Che satrapi, anche oggi che è natale, in medio oriente si scannano. Il papa ha lanciato un appello per la Palestina, i palestinesi hanno risposto "cos’è il papa?".


Boh io la vedrei più tipo "A natale siamo tutti più vogliosi di stringere un kalashnikov"

lunedì, dicembre 18, 2006

2 I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!».

Oh che bello, è tornato il mio autore preferito, quello degli "eccomi"!!


14 Gli disse: «Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi». Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentr'egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cerchi?». 16 Rispose: «Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare».

Molto peculiare, uno in una valle trova uno sconosciuto e chiede "dove sono i miei fratelli?". Ora, a meno che questo qui non abbia i portafogli di tutti i suoi fratelli e abbia controllato tutte le carte d'identità, che ne sa di chi sono i suoi fratelli....


17 Quell'uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan». Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18 Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono di farlo morire.

Sempre più degni di essere il popolo eletto diddio, insomma. E comunque complimenti al misterioso sconosciuto che si intrufola in mezzo ai fratelli per carpire informazioni! Una storia molto credibile!


19 Si dissero l'un l'altro: «Ecco, il sognatore arriva! 20 Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». 21 Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo: «Non togliamogli la vita».

"Ruben, tu ti sei fatto tua sorella, vuoi dare lezioni di morale?"
"Beh tu hai sterminato la famiglia del marito di Dina, vuoi insegnarmela tu?"
"Signori, potremmo fare a gara a chi l'ha fatta più grossa, ma perderemmo di vista il nostro obiettivo attuale: farne una di ancora più grossa e compiere un fratricidio volontario senza movente"

22 Poi disse loro: «Non versate il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»; egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.

Naturalmente non aveva tenuto conto di quanto tempo un uomo può sopravvivere dentro una cisterna nel deserto. Contava di tornare a prenderlo tra un mese o due.

martedì, dicembre 12, 2006

1 Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato forestiero, nel paese di Canaan.

Ah già, quello della gente che non poteva sposare un ebreo purosangue! E poi vanno pure a chiedere ospitalità

2 Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro conto. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche.

Insomma questo bamboccio si guadagna relagi e stima facendo la spia. Mi sta già simpatico!

4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. 5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più. 6 Disse dunque loro: «Ascoltate questo sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio».

Passi fare dei sogni del genere, ma andarlo a dire ai fratelli così, schietto e secco? Poi si lamenta che lo odiano! Come se io andassi da uno e gli dicessi "ho sognato che tu eri il mio schiavo!"

Gli dissero i suoi fratelli: «Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?». Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.

Chi l'avrebbe mai detto!

9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me».

Sempre meglio. Un ragazzino che dice a tutti che il mondo è destinato a prostrarsi ai suoi piedi. I casi sono due, o va a fare il politico, o va a fare il cabarettista. O tutt'e due.

10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?».
11 I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa.

Eh sì, invidiosissimi. Chi è che non è invidioso dei sogni che gli altri fanno di notte? Anche rimproverare per aver fatto un sogno è una mossa geniale!




venerdì, dicembre 08, 2006

I figli di Giacobbe furono dodici. 23 I figli di Lia: il primogenito di Giacobbe, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar e Zàbulon. 24 I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino. 25 I figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali. 26 I figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.

Potrei far notare come 4 figli siano nati da 2 unioni di fatto non benedette dal matrimonio. Ovviamente dimenticando per un momento che la SS Chiesa (che bello, scritta così sembra il nome di un sommergibile) ha qualcosina da ridire sulla poligamia. Ordunque, come la mettiamo? Presso gli ebrei vigevano i pacs?

27 Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a Kiriat-Arba, cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano soggiornato come forestieri. 28 Isacco raggiunse l'età di centottant'anni. 29 Poi Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.

Oh, che non si mettano adesso a dire "dio, l'hai voluto con te" o "sono sempre i migliori quelli che se ne vanno". Aveva 180 anni. Centottanta. Se è vissuto tanto a lungo vuol dire che era tra i peggiori e che dio non lo voleva con sè.

Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom. 2 Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di Zibeon, l'Hurrita; 3 Basemat, figlia di Ismaele, sorella di Nebaiòt. 4 Ada partorì ad Esaù Elifaz, Basemat partorì Reuel, 5 Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan.

Non si può dire che Esaù non si sia dato da fare anche lui. Non male per uno che veniva riconosciuto per avere un pelo tipo Chewbacca.

6 Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nel paese di Canaan e andò nel paese di Seir, lontano dal fratello Giacobbe. 7 Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme e il territorio, dove essi soggiornavano, non poteva sostenerli per causa del loro bestiame.

Beh direi che anche senza benedizione di Isacco Esaù se l'è cavata, o no? Risulta insomma che la benedizione era solo un placebo!

8 Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom.

ehm, sì, lo era anche all'inizio del capitolo.

lunedì, dicembre 04, 2006

Mitzvot Day!

Il lavoratore non mangi mentre presta servizio. - Deut. 23:26
(eh, io sono un inviato della guida del gambero rosso, che faccio?)

Il lavoratore non prenda più di quanto possa mangiare. - Deut. 23:25
(neanche un pezzo di pane per la famiglia? cattivi!)

Non mettere la museruola al bue durante la trebbiatura. - Deut. 25:4
(così il bue non abbaia e non morde)

Non prendere a prestito ad usura. - Deut. 23:20
(ma dai? volevo giusto prendere a prestito una cifra con interessi dell'887%, ma siccome dio non vuole non lo faccio)

Non entri nella comunità del Signore chi ha il membro contuso o mutilato. - Deut. 23:2
(e chissà a cosa serve un membro full optional funzionante, in una comunità del signore, eh....)

Il tribunale applichi la pena di morte per lapidazione. - Deut. 22:24
(suppongo che la dichiarazione "questa parte della bibbia non vale" da parte delle autorità religiose sia imminente... o no?)

Il tribunale applichi la pena di morte tramite rogo. - Lev. 20:14
(Ooooh finalmente, il marchio di fabbrica!)

Non maledire i giudici. - Esodo 22:27
(Ma se mi hanno appena condannato al rogo, vuoi pure che il giudice lo ringrazi? E se lo maledico, che mi succede di tanto peggio?)

Il Re non abbia troppe mogli. - Deut. 17:17
(il che vuol dire che la bibbia consente apertamente la poligamia. benone!)

sabato, dicembre 02, 2006

Invito tutti i fedeli a boicottare tutte le catene commerciali che non vendono le pappardelle al cinghiale, da sempre simbolo natalizio della religione del Messia.

Fin dalla notte dei tempi i seguaci del Messia hanno trovato posto nelle loro case per, contemporaneamente, il laico albero di natale e le religiose pappardelle, simbolo della nostra fede. E' in atto un tentativo di sradicare il Messia dalla cultura popolare, che in lui si riconosce da sempre. Andate dal vostro negoziante, chiedete come ogni anno qualche kg di pappardelle (o altri simboli religiosi come i tortellini o lo zampone), e se non le ha fategli sapere che ha appena perso un cliente. Oltre che la salvezza dell'anima.

Si sta perdendo di vista il valore fondamentale del natale, riempire lo stomaco fino al 26 dicembre!