Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. Allora gli disse le stesse cose: "Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me.
"Eh vabbè ma che permalosa che sei, neanche scherzare poteva..."
Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori". Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: "Proprio così mi ha fatto il tuo servo!", si accese d'ira.
Ora fatemi capire bene... questo boccalone che non si accorge che la moglie tenta sempre di tradirlo e che crede candidamente alle sue balle sarebbe il CONSIGLIERE del Faraone? E' come se uno entrasse in un processo e dicesse a un attaccapanni, scambiandolo per il giudice, "sono il testimone oculare"!
Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re. 22Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo faceva lui.
Insomma faceva il kapò, questo ruffiano. Bravo! Un selfmade man, quando diventerà premier spedirà a tutti una copia del suo libro "Giuseppe: una storia ebrea".
Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.
E adesso dimmi cos'ha da fare un comandante di una prigione se non assicurarsi che nessuno scappi! Ti dirò che grande attività che si stava risparmiando! E se riusciva bene forse era merito delle sbarre di ferro più che del signore!
venerdì, gennaio 19, 2007
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